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Legge Regionale di riordino del servizio gestione rifiuti, Morano dice no.
De Bartolo e Severino bocciano le modifiche al sistema.


Non piace all’Amministrazione comunale di Morano, sindaco Nicolò De Bartolo e assessore Biagio Angelo Severino in testa, il riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria, derivante dall’attuazione della Legge Regionale n. 14/2014, che obbliga i Comuni a condurre in forma associata le funzioni di organizzazione e governo degli scarti.

Non piace e lo dicono senza mezze misure, non esimendosi dal proporre «utili correttivi», in una lettera trasmessa nei giorni scorsi al Primo Cittadino di Cosenza, Ente scelto quale Comune capofila dei costituenti Ambiti Territoriali Ottimali (ATO - Uno per ogni provincia), cui la normativa demanda, appunto, l’organizzazione e l’erogazione del servizio, mediante gli Ambiti di Raccolta Ottimali (ARO) individuati territorialmente.

«Molteplici sono le perplessità scaturite dall’attenta e meditata lettura dello schema di Convenzione pervenutoci. Essendo stato inserito nell’ARO Pollino, Morano – afferma il sindaco Nicolò De Bartolo – dovrà condividere l’organizzazione del servizio raccolta con gli altri centri appartenenti al medesimo Ambito di raccolta, i quali saranno trattati e considerati senza tener conto dei risultati che singolarmente sono stati raggiunti. Pertanto sarebbero vanificati anni di sacrifici e pratiche virtuose, finalizzate alla riduzione della TARI, al contenimento dei costi e alla maggior efficienza ed efficacia del servizio. Non vogliamo si ripetessero gli errori del passato – osserva il sindaco di Morano. I falli di un tempo non troppo lontano, quando la gestione, rivelatasi del tutto fallimentare, veniva affidata a società miste. Siamo fortemente preoccupati, per esempio, del fatto che un Comune virtuoso come il nostro potrebbe essere costretto a finanziarne altri che abbiano percentuali di raccolta considerevolmente inferiori ai minimi sanciti dalla legge. Disapproviamo, inoltre, che si debba costituire un fondo presso la Tesoreria del Comune capofila, e versarvi un contributo di 0,50 euro per abitante, con evidenti aggravi per i cittadini. Biasimiamo anche l’idea di dover fornire le professionalità necessarie per il funzionamento dell’Ufficio di Comunità: stante le carenze delle piante organiche significherebbe mettere a rischio i servizi interni. Per non parlare, poi, delle tariffe – sbotta De Bartolo. I Comuni associati non avranno più la facoltà di fissare gli importi: dopo tanto lavoro per tentare di ridurle dovremo accettare scelte altrui, neutralizzando, nel nostro caso, un prossimo risparmio del 35-40% derivante dallo scorporo dello spazzamento strade dal capitolato originario e dalla conseguente applicazione di regimi contrattuali più vantaggiosi. Vengono, di fatto, messe in discussione le proprietà dei singoli Comuni, ove esistenti; non sono preliminarmente disciplinate nella Convenzione le modalità di conduzione dei vari ARO; non è chiaro chi effettuerà le liquidazioni e a quale soggetto; non si prevede alcuna tutela delle infrastrutture eventualmente esistenti nei territori ARO; non si capisce bene dove i Comuni dovranno conferire le frazioni raccolte, dato che non è specificato di poterlo fare nell’impianto più vicino. Insomma – conclude il capo dell’esecutivo locale - nutriamo seri dubbi sull’intero disposto normativo. Invitiamo pertanto i Sindaci del territorio a riflettere sulla questione, evitando di imboccare vicoli ciechi dei quali conosciamo l’accesso ma non l’uscita”.

Dello stesso tono le dichiarazioni dell’assessore Severino: «Anni spesi a migliorare il sistema e a calmierare tariffe che, è bene ricordarlo, la legge ha imposto di correggere in funzione delle variazioni nel sistema di calcolo, annullati. Il metodo non prevede alcuna premialità per i Comuni virtuosi: mi domando, allora – chiosa Severino – a cosa sia servito tanto impegno per fare di più e meglio; per affinare le tecniche di raccolta, portando la differenziata al 67%; per sensibilizzare i cittadini facendo intravedere benefici non solo all’ambiente ma anche alle loro tasche. Spero veramente che vi sia un’assunzione di responsabilità da parte di tutti e si possa intervenire, non emendando semplicemente la Convenzione ma rivedendo integralmente il sistema. Diversamente non sapremmo come spiegare ai cittadini altri possibili aumenti: sarebbe alquanto contraddittorio, specialmente dopo essere stati riconosciuti come Comune Riciclone. Perdipiù, parlando di un settore delicato, ci preoccupano le eventuali ricadute negative che modifiche tanto radicali potrebbero generare sul tessuto ragionale»

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